Il Miglio d’Oro, le ville, il paesaggio. In un connubio di storia e cultura, dove si miscelano vestigia di umanità, di un patrimonio ineguagliabile di colori, atmosfere e suggestioni di antichità, di architettura e di natura, la politica e l’associazionismo fanno fronte comune per la conservazione e la valorizzazione di un’opulenza paesaggistica e territoriale. Laddove la terraferma diviene giardino che guarda a Capri, Ischia e Procida, riviera su cui poggiano tesori neoclassici e rococò frutti dell’ingegno di Luigi Vanvitelli, Domenico Antonio Vaccaro, Ferdinando Fuga, le istituzioni concentrano idee e progettualità in chiave di sviluppo e di custodia, di valorizzazione ed attrazione turistica e di salvaguardia.
La mission alla quale si tende, abbracciando enti pubblici, professionisti, società civile è quella di amplificare il valore, l’importanza di questa frangia di territorio, scrigno di arte e di cultura, dove ogni pietra, ogni prospettiva paesaggistica riflette storia ed unicità. Una valorizzazione che deve procedere sul doppio binario della conservazione/miglioramento in un percorso scandito dalla volontà di promuovere, far conoscere (più di quanto non lo sia già) le peculiarità di questa porzione di Campania felix, procedendo a spron battuto sul suo carattere distintivo, ineguagliabile, irrangiungibile: l’unicità.
Non v’è probabilmente altro locus amoenus che meglio si possa aggiudicare il titolo di Arcadia del Mezzogiorno, del Mediterraneo. Con il suo patrimonio di 121 ville, gli scavi ercolanesi, gli scenari naturalistici, il mare, il Vesuviano s’assurge a vero e proprio enclave di bellezza .
Aggregare cultori dell’arte, dell’architettura, dell’archeologia, professionisti dell’ospitalità alberghiera, profili istituzionali di ogni livello per togliere il velo e scoprire per far scoprire al mondo intero lo splendore, la magnificenza di questa terra, il suo fascino capace di insinuarsi ed indelebilmente attestarsi negli occhi, nelle menti, nello spirito di chi s’accinge a porsi dinanzi al golfo di Napoli, di chi si lascia ammaliare dalle forme di villa Campolieto, di chi si lascia inebriare dalla mitezza del clima, di chi s’innamora dei silenzi del Sacello degli Augustali.
Per fare questo dobbiamo incedere senza tema nella promozione turistica. Essa costituisce il passepartout per propalare al mondo i sapori, i colori, le immagini di questa terra. Ricchezze uniche che debbano essere sentite tali proprio perché, pradossalmente, patrimonio di tutti, dell’umanità. Instillare nelle persone, attraverso la partecipazione ai progetti, alle idee, alle visite, ai soggiorni, agli studi di quanto offre il Miglio, un senso di identità, di condivisione, di compartecipazione, sia essa istituzionale, lavorativa ma anche e soprattutto civile ed emotiva.
Ed oggi, forti di quanto fatto, sicuri di quanto possiamo fare, siamo nella giusta direzione.