Militari in missione di pace in Afghanistan accolti dal Sindaco


Il sindaco Salvatore Onofaro incontra i militari qualianesi rientrati dalla missione in Afghanistan. Giovedì mattina il caporal maggiore  capo scelto Ciro Coppola, i caporali maggiori Giovanni Guarino e Pietro Licciardiello e Salvatore Spariglia sono stati accolti presso il Comune di Qualiano dal sindaco e dai rappresentanti della giunta municipale e del consiglio comunale. I militari, appartenenti alla Brigata Bersaglieri Garibaldi (Ottavo Reggimento), hanno portato la loro esperienza relativa alla delicata e difficile missione di pace in Afghanistan, nell’ambito del contingente ISAF (la missione di supporto al governo afgano deliberata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. 
Nello specifico, i soldati sono stati di stanza per sei mesi (dal 19 marzo 2012 all’8 settembre scorso a Bala Murghab, città a 70 chilometri da Herat, centri  ove è particolarmente intensa l’attività terroristica e di rappresaglia delle popolazioni talebane contro i contingenti militari impegnati nella missione di pace e di sostegno all’instaurarsi della democrazia.

Momenti di commozione si sono susseguiti alla testimonianza dei militari nella descrizione dell’esercizio delle loro mansioni nelle missioni di peace keeping e peace enforcing, dalle attività di pattugliamento, al contatto umano e solidale con la popolazione locale, agli attimi di tensione e di crudezza sulle scene di attacchi terroristici e di violenze.

“Militari che hanno giurato fedeltà ai colori dell’Italia, alla divisa che indossano e che quotidianamente in quelle terre del globo dove urge la necessità di sostegno a uomini, donne e bambini vessate da regimi autoritari mettono a repentaglio la propria vita per la pace e la democrazia – dichiara il sindaco Onofaro. Nostri concittadini che portano nel cuore Qualiano  e che Qualiano porta nel suo cuore. Un incontro che ha commosso l’Amministrazione comunale, che ci ha aiutato a comprendere le difficoltà estreme con cui convivono questi ragazzi durante le loro missioni. Non possiamo fare altro che far sentire loro tutta la nostra vicinanza, umana ed istituzionale, orgogliosi del loro operato nell’ostico e sempre irto di ostacoli percorso per la pace e la convivenza serena tra i popoli”.