Vivere nella terra dei fuochi



VIVERE NELLA TERRA DEI FUOCHI
di Salvatore Onofaro
Sindaco di Qualiano (NA)


La terra brucia. Non è il titolo di un film ma la cruda realtà che contrassegna certi territori, certe città circoscritte entro un ideale area geografica che corrisponde alla “terra dei fuochi”. Qualiano, il comune nel quale sono nato, nel quale vivo ed al quale ho dedicato il mio impegno da sindaco, è uno dei volti di questa realtà a nord di Napoli. Una realtà particolare poiché, per sua geomorfologia è circondata perimetralmente da altri quattro comuni, percorso da strade ad alta densità di traffico (l’Asse mediano e la circumvallazione esterna). Da tempo, sin dalla drammatica crisi dei rifiuti del 2008 (l’ultima di una sistematica, ventennale recrudescenza) ho speso tutte le mie forze per combattere con energia e determinazione un’illegalità che ha assunto nel tempo i tratti di una vera e propria piaga ambientale “made in Naples”: i roghi di rifiuti. Corollario del malcostume dell’abbandono indiscriminato di pattume nelle aree pubbliche, talvolta conseguenza scellerata di una disperazione anch’essa dissennata dettata dall’intollerabile presenza ( e convivenza) con discariche a cielo aperto sotto casa, nel tempo c’è chi ha sfruttato negligenze istituzionali e prassi vergognose facendo vera e propria attività lucrativa. E’ possibile pertanto ipotizzare un fil rouge che collega l’abbandono di pattume in strada e chi viene prezzolato per appiccarne il fuoco avviando un processo empio e criminale di smaltimento per raggirare i costi della pratica legale e regolare. In una terra che trasudava percolato (Taverna del Re, il più grande sito di stoccaggio di ecoballe al mondo dista in linea d’aria soltanto 5 chilometri dal centro abitato di Qualiano, unitamente ad un impianto di tritovagliatura ubicato nella zona Asi Giugliano-Qualiano e quella miriade di discariche censite e non), i cittadini erano costretti a respirare diossina, a vedere imbrunire il cielo a causa di venefiche coltri di fumo levarsi dalle aree periferiche circostanti, sentinelle di un nuovo attentato alla salute, alla vita. Bisognava interrompere questa subdola architettura dell’illegalità, questo stillicidio quotidiano di veleni nei polmoni. Bisognava intervenire. Nel nome di quella che David Goleman chiama “intelligenza ecologica”, nel rispetto dei diritti costituzionali, nel nome del Diritto e della giustizia sociale, ho intrapreso un percorso fatto di due corsie: una fatta di deunice e segnalazioni costanti, continue, quotidiane su quanto accadeva in questo e nei territori viciniori alle più alte cariche provinciali, regionali, alla Prefettura, anche al Presidente della Repubblica; l’altra costituita da controlli, monitoraggi persistenti della città. Con gli esigui mezzi a disposizione (sia di carattere economico e umano) il Comune di Qualiano si è avvalso della tecnologia più avanzata per il controllo del territorio attraverso un network di videosorveglianza a circuito chiuso, con postazione fissa e mobile su tutto il complesso urbanistico municipale per cogliere in flagranza chi attenta al territorio. In concomitanza è stato avviato un sistema di raccolta differenziato “porta a porta” per tutte le famiglie di Qualiano, togliendo dalla strada tutti i cassonetti e, onde scongiurare “l’effetto finestra rotta” che la sociologia ci ha insegnato, nettando e bonificando di volta in volta tutte le strade, le aree, anche gli angoli più reconditi delle periferie. In sede di Prefettura nel 2009 ho proposto, riscuotendo il consenso di decine di Comuni della provincia di Napoli e di Caserta, un’ordinanza passata alla cronaca come “l’ordinanza Qualiano” destinata al contrasto senza sosta all’abbandono di pneumatici fuori uso, fatto di controlli ferrei presso gli esercenti del settore, ordinando la presenza di un registro di carico e scarico merce, il divieto di lasciare incustoditi i pfu al di fuori dei negozi, anche se entro aree recintate. Questi scarti, infatti, sovente venivano adoperati come letto di combustione per alimentare i fuochi di altri rifiuti. Per avere un’idea di quanto massiccia fosse in passato tale pratica di abbandono sottolineo che in occasione della bonifica di una bretella denominata “Grande Viabilità” avvenuta nel 2008, sono stati recuperati e destinati a regolare recupero circa un milione di pneumatici fuori uso (senza contare, ovviamente, quanti in precedenza venivano bruciati). In questi mesi ha preso il via a Qualiano l’operazione “Sacchetto selvaggio”: in pratica due agenti della polizia municipale, ai qual i ho affidato l’autovettura comunale in passato adoperata dai sindaci (io uso la mia macchina per andare al lavoro , anche per impegni nell’esercizio delle funzioni di sindaco fuori sede), battono in perlustrazione tutto il territorio e laddove scorgono un sacchetto abbandonato, armati di mascherina e guanti in lattice lo aprono, lo ispezionano alla ricerca di un elemento (una ricevuta fiscale, un estratto del conto corrente, una ricetta medica etc.) che possa ricondurre al “legittimo proprietario” di quel sacchetto abbandonato e procedere con l’elevazione di una sanzione amministrativa nei suoi confronti. In queste settimane stiamo anche lavorando all’attivazione di due isole ecologiche: una che sorgerà in terreni confiscati alla criminalità organizzata e che abbiamo denominato “Isola della Legalità”, l’altra, su suolo comunale per lo stoccaggio temporaneo di rifiuti. Questa amministrazione punta molto sull’educazione ambientale, su quella cultura del rispetto del territorio come sinonimo di qualità di vita. Per questo ci facciamo promotori, insieme ad associazioni certificate, di corsi di formazione e di informazione nel solco di una cultura ecologica e di sostenibilità, senza derive ideologiche però.
Nei Primissimi mesi  dall’assunzione di carica di sindaco, ho invitato medici di famiglia e farmacisti della città a collaborare in quello che è divenuto “’Osservatorio permanente sulla salute pubblica a Qualiano”. Una sorta di comitato, di congresso costante, fatto di incontri mensili, avvalendosi della professionalità e della competenza di coloro che, quotidianamente, tastano il polso della salute dei cittadini. Da qui redigere statistiche, creare focus group specifici e specializzati per la disamina delle principali patologie collegate alle condizioni ambientali (infezioni delle vie respiratorie, neoplasie, allergie) per la compilazione di un dossier da sottoporre all’attenzione delle istituzioni dell’ambito. In questi anni la situazione a Qualiano, in termini di roghi di rifiuti è andata via via scemando. Abbiamo domato le fiamme. Ma guai ad abbassare la guardia.
Dopo quattro anni di battaglie, posso affermare che una ricetta, una panacea per questo fenomeno esiziale non esiste se non il controllo costante, minuzioso del territorio. Ed insieme a questo, l’amore per la propria città e l’impegno a garantire un futuro migliore ai nostri figli. Un futuro fatto almeno, di aria pulita.